F.A.Q. – RISPOSTE ALLE DOMANDE PIÙ FREQUENTI

1. Ho delle sgradevoli borse sotto gli occhi e desidererei eliminare questo difetto che non riesco più a correggere con il trucco e che mi crea imbarazzo nel rapporto con gli altri. Usate il laser per questo intervento? Quanto dura? Quanto tempo dovrò stare a casa dal lavoro?

Gentile Signora,
l’intervento di blefaroplastica inferiore si esegue in regime di day hospital cioè in giornata, senza bisogno di ricovero, dura poco più di un’ora, un’ora e mezza e richiede una semplice anestesia locale. IL laser Co2 ha un ottimo effetto contemporaneo di taglio e coagulo e permette di ridurre considerevolmente gli edemi post operatori e quindi la convalescenza, ma può essere usato nei casi in cui vi siano le specifiche indicazioni. In particolare questo laser dimostra tutta la sua efficacia negli interventi di blefaroplastica transcongiuntivale, cioè dall’interno. Se però per ottenere un migliore risultato estetico si rende necessario l’asportazione di un po’ di cute in eccesso, allora è consigliabile eseguire l’intervento per via esterna, cioè incidendo la cute a livello delle ciglia inferiori e in questo caso si sono dimostrati di grande utilità anche altri presidi chirurgici quali la radiofrequenza.
Il tempo di convalescenza è molto soggettivo, tuttavia in genere dopo 4-5 giorni dall’intervento si può cominciare a riprendere le normali attività e la vita sociale, magari indossando per qualche giorno ancora degli occhiali scuri.


2. Vorrei avere informazioni riguardanti possibili interventi ai condotti lacrimali.

Buongiorno,
L’apparato lacrimale è inserito tra l’occhio ed il naso e la sua funzione è quella di raccogliere e scaricare le lacrime dal lago congiuntivale.
Dal punto di vista anatomico consta di due puntino lacrimale, uno superiore ed uno inferiore, di un canalino, di dotto comune, di un sacco lacrimale e di un dotto naso-lacrimale. Ognuna di queste porzioni potrebbe chiudersi e provocare il disturbo riferito come lacrimazione.
Per capire quale tipo di intervento è consigliato nel suo caso, sarebbe opportuno e necessario sapere la sede precisa della ostruzione, in quanto vi sono diverse tipologie di intervento e diverse tecniche risolutive. In maniera generica l’intervento può essere eseguito con l’endoscopia, con il laser oppure con tecniche tradizionali, con inserimento o meno di eventuali tutori in silicone.
Pertanto Le consiglio una visita specialistica.


3. Buongiorno,Vi contatto per avere qualche chiarimento in merito al difetto che mia figlia ha riscontrato appena nata, ossia l’ostruzione del dotto lacrimale dell’ occhio sinistro. Già dopo qualche giorno successivo alla nascita, ha cominciato ad avere forte lacrimazione dall’occhio con conseguente formazione di pus filamentoso giallo e nonostante il collirio prescritto, i casi di infezione si sono ripetuti per tutti questi mesi e purtroppo sono peggiorati in quanto oltre al pus adesso si manifesta anche un forte rossore nella zona interessata. L’oculista ci ha consigliato di effettuare dei massaggino nella zona del dotto e sacco lacrimale ma se la situazione non migliora sarà necessario intervenire chirurgicamente in anestesia totale. Lei cosa ne pensa? Ci sono alternative? A che età si può operare?

Le infezioni del sacco lacrimale sono una patologia di frequente riscontro nei bimbi di età pediatrica. La sintomatologia infatti è caratterizzata da lacrimazione, presenza di secrezione a livello della palpebra inferiore.
Nella maggioranza dei casi questi episodi si ripetono spesso, ma con una adeguata terapia farmacologica e con l’esecuzione di piccoli, lievi, ma frequenti (più volte al giorno) massaggi al sacco lacrimale il tutto può risolversi all’età di 1-2 anni (circa il 50-60% dei casi). Nei pazienti in cui non vi sia una risoluzione, si esegue prima un sondaggio delle vie lacrimali con lieve sedazione (non anestesia generale) e si entra con un piccolo strumento nelle vie lacrimali cercando di aprire l’ostruzione. Questo risolve un altro 30% di casi. Nella restante percentuale di deve eseguire un intervento più complesso, quale l’endoscopia o l’intubazione dei canalini verso i 2-3 anni in anestesia totale.


4. Circa un anno fa mi cominciò a lacrimare l’occhio sinistro; alla lacrimazione si aggiunse la fuoriuscita di secrezione; sono stata curata con antibiotici che eliminavano la secrezione ma non la lacrimazione mi è stata diagnosticata un’occlusione del canale lacrimale. Mi sono poi sottoposta ad un intervento di endoscopia delle vie lacrimali per ricanalizzarle. L’intervento ha riaperto il canalino; ma a tutt’oggi pur non avendo più lacrimazione, ho ancora fuoriuscita di pus e mi è stato suggerito di sottopormi ad un intervento di dacrocistorinostomia. Vorrei sapere se questa è l’unica strada percorribile per risolvere il mio problema oppure ci sono altre soluzioni meno invasive e sicure e se devo sottopormi ad altri tipi di indagine.

Gentile Signora,
da quello che mi descrive, sembra proprio che l’unico intervento che possa risolvere il suo problema sia la dacriocistorinostomia. In effetti nel momento in cui si riscontra una occlusione dei canalini lacrimali o di uno di essi, si procede prima di tutto con l’endoscopia. Questo esame permette di entrare nelle vie lacrimali con una piccola sonda a fibre ottiche che visualizza l’eventuale ostruzione e la può rimuovere con un piccolo trapano,  ricanalizzando così i dotti. Nel caso questo non dia risultati definitivi e continui a presentarsi lacrimazione o infezione, si deve procedere con una dacriocistorinostomia che è però un intervento più invasivo anche se certamente risolutivo.
L’intervento infatti consiste nell’esecuzione di una piccola incisione cutanea (che non lascerà poi alcun segno esterno visibile) a livello della radice del naso dalla parte che presenta l’ostruzione. Si scollano i tessuti, si recide il legamento mediale e si incide il periostio, la pellicola che avvolge l’osso, fino ad arrivare al sacco lacrimale che viene aperto. Si procede poi a forare l’osso lacrimale e si incide la mucosa nasale che viene poi unita a quella del sacco lacrimale. Questa connessione fornisce quindi la nuova via di deflusso delle lacrime che scolano direttamente nel naso grazie anche all’inserimento di tubicini di canalizzazione in silicone, che vanno tenuti in sede per 4-5 mesi e poi asportati con una semplice procedura ambulatoriale. Questi infatti aumentano la percentuale di riuscita dell’intervento stesso. Certo, considerando la sua giovane età e i numerosi esami diagnostici eseguiti senza risoluzione, è consigliabile affidarsi a mani esperte in fatto di chirurgia delle vie lacrimali, che è una sottospecialità non molto conosciuta e diffusa anche tra gli stessi oculisti.


5. A mio figlio Marco di 6 mesi è stata diagnosticata una ptosi congenita con Marcus Gunn, cioè un abbassamento della palpebra associato a elevazione durante l’apertura della bocca. Volevo sapere se esistono degli interventi risolutivi per questo tipo di patologie ed eventualmente a che età si può intervenire.

Gentile Signora,
L’intervento per la correzione di questa patologia è consigliabile non prima dei 4 anni però molto dipende dall’entità della ptosi che in alcuni casi, se importante, può interferire con la capacità visiva. In questo caso si può procedere all’intervento già all’anno di età. L’operazione consiste nell’eseguire un intervento per via cutanea, a livello della piega palpebrale, sezionando la totalità del muscolo elevatore per sopprimere l’anomala innervazione con la bocca e successivamente sospendere la palpebra al muscolo frontale sia per mezzo di fascia lata (tendine prelevato dalla coscia dei pazienti) sia con materiali sintetici.


6. Ho letto sul vostro sito di problemi alle palpebre e volevo dei chiarimenti sull’intervento che toglie le palpebre superiori cadenti e pesanti che quasi oscurano la visione. Quanti giorni di ricovero sono necessari? L’anestesia è locale o generale? Mi restano cicatrici visibili?

L’intervento che mira a correggere le palpebre superiori cadenti si chiama blefaroplastica superiore e viene eseguita sia nei casi in cui vi sia un effettivo danno funzionale, cioè una limitazione del campo visivo perché la cute cade sopra l’occhio, sia per motivi puramente estetici.
L’intervento si esegue in giornata e dura circa un’ora in anestesia locale. Si esegue una incisione cutanea a livello della piega palpebrale e si procede con l’asportazione della cute o grasso o muscolo in eccesso. Si sutura poi con un filo molto sottile con punti staccati o con sutura continua a livello della piega palpebrale per cui a distanza di qualche settimana non si nota più alcun segno residuo. La convalescenza, pur essendo in realtà molto soggettiva, dura circa 7-10 giorni.
La cicatrice andrà pian piano sparendo del tutto e comunque anche prima che si riassorba del tutto essa cade a livello della piega palpebrale quindi non è molto visibile.


7. Mio padre di 69 anni è stato visitato dall’oculista pochi giorni fa e il medico ha riscontrato che è affetto da una ptosi all’occhio destro che gli ha reso quasi nulla la visione con tale occhio. Mio padre però è affetto da diabete e ipertensione. Può sottoporsi all’intervento di correzione della ptosi nonostante le sue condizioni e la sue età? Con che risultati? Si tratta di un intervento molto invasivo e complesso?

L’intervento di ptosi consiste in una resezione della parte tendinea del muscolo elevatore, cioè di quello che è deputato all’innalzamento della palpebra. Nel caso di un paziente anziano, si tratta quasi certamente di un deficit o di un disinserimento di questo tendine dalla sue sede anatomica abituale.
L’intervento si esegue in un’anestesia locale e si esegue in giornata. Non vi sono controindicazioni particolari se il paziente è diabetico ed iperteso. L’incisione cutanea è a livello della piega palpebrale e quindi non vi saranno segni residui. Solitamente il tendine viene riposizionato e ancorato con fili riassorbibili nella sue sede fisiologica.


8. Ho 47 anni e il mio problema sono i consistenti xantelasmi presenti in entrambe le zone perioculari.Chiedo cortesemente se é possibile intervenire con la tecnica del laser in maniera risolutiva e sicura.Sono già stato sottoposto all’asportazione dei xantelasmi con tecnica chirurgica alcuni anni fa. Purtroppo,essi si sono ripresentati all’incirca dopo 1 anno.Cosa posso fare?

Egregio Signore,
gli xantelasmi sono patologie ereditarie e consistono in un accumulo di un certo tipo di grasso a livello della cute palpebrale sia superiore che inferiore  o internamente. e possono essere asportati in modo definitivo con il laser co2 che ha l’effetto di taglio e coagulo contemporaneo ed è ampiamente usato nei trattamenti estetici delle palpebre. Per essere certi che lo xantelasma scompaia definitivamente è necessario usare una tecnica chirurgica che lo asporti in profondità. Naturalmente per capire se sia necessario asportare il solo xantelasma o anche una piccola parte di cute (blefaroplastica) per ottimizzare il risultato estetico è ovviamente necessaria un’approfondita visita specialistica.


9. Buongiorno. A causa di un incidente stradale e del trauma che ho avuto all’occhio, mi è rimasto un fastidioso ectropion, cioè un rivolgimento della palpebra inferiore verso l’interno, che mi causa parecchi disturbi. Come posso risolvere questo problema? Serve un intervento chirurgico complesso? Grazie per tutte le informazioni che potrà darmi.

Lei  soffre di una eversione della palpebra inferiore verso l’esterno che le provoca un arrossamento cronico e la presenza di una lacrimazione costante.
Se trascurato questo rivolgimento esterno provoca al paziente lacrimazione per progressiva obliterazione del puntino lacrimale e un antiestetico e persistente arrossamento  a causa dell’esposizione prolungata della congiuntiva palpebrale inferiore. I motivi che spingono all’intervento sono quindi sia di natura funzionale che estetica.
Si procede chirurgicamente per ripristinare la normale posizione palpebrale al fine di evitare:

  1. la persistenza della lacrimazione per chiusura del puntino.
  2. ridurre il forte rossore palpebrale che, oltre che essere antiestetico, è responsabile di danni involuzionali alla congiuntiva cioè quella pellicola che riveste l’occhio e le palpebre.

Non esistono tecniche alternative  e rimedi medici efficaci e l’intervento è indispensabile  per ripristinare la normale funzionalità della palpebra interessata.
La palpebra lassa va accorciata in tutti i suoi componenti (congiuntiva, tarso, muscolo orbicolare, cute) e poi rimessa in tensione ancorando il tarso (cioè la struttura fibrosa palpebrale) al periostio (cioè la pellicola che avvolge l’osso orbitario) del margine orbitario (cantopessia laterale). In alcuni casi vi è una mancanza di cute e proprio questa mancanza può essere stata la causa primaria della genesi dell’ectropion. Qui si rende necessario applicare un innesto di cute preso dalla palpebra superiore per rimpiazzare il deficit tissutale e risolvere nel miglior modo possibile il problema. L’intervento si esegue in giornata, in una sala operatoria attrezzata e comporta una anestesia locale.


10. Buongiorno. Il mio oculista mi ha diagnosticato un lagoftalmo, cioè non riesco a chiudere bene le palpebre e mi ha detto che l’unica strada per risolvere il problema è la chirurgia. Vorrei avere altre informazioni su questa patologie e l’intervento per correggerla. Grazie

Il lagoftalmo è, come lei ha correttamente riportato, è l’incapacità di chiudere le palpebre per una paralisi del VII° nervo cranico. Solitamente la palpebra superiore non si abbassa come dovrebbe e la palpebra inferiore diventa rilassata (ectropion paralitico). In questi casi è consigliabile eseguire una chirurgia della palpebra superiore inserendovi una piccola placca d’oro che la appesantisca e ne faciliti quindi la chiusura.  Per quanto riguarda la palpebra inferiore invece, si procede con una plastica che la rimetta in tensione con una cantopessia laterale, cioè agganciando la palpebra stessa alla struttura ossea più vicina. L’intervento è eseguito in giornata, senza ricoveri,  in anestesia locale in una sala operatoria attrezzata. Queste tecniche hanno dato ottimi risultati con un miglioramento sia di natura funzionale, con il ripristino della chiusura palpebrale, che estetico.


11. Ho una miopia pari a -2,25 sia per l’occhio sinistro che destro. Vorrei sapere se è possibile operare per eliminare gli occhiali e le modalità dell’intervento. Grazie

Gentile Signora, prima di tutto devo premettere che le indicazioni che sto per darle sono in linea generale, in quanto prima di procedere con un intervento va valutato attentamente ogni singolo caso con tutte le variabili che questo comporta. In linea di massima la sua mi sembra una miopia facilmente correggibile e con risultati definitivi e duraturi. Prima di procedere all’intervento è necessario fare delle importanti valutazioni pre-operatorie che permettano ci procedere chirurgicamente nella massima sicurezza. Dovremo quindi eseguire una pachimetria e una topografia corneale per valutare alcuni dati del suo occhio, dovremo definire esattamente l’entità del difetto da correggere, che deve essere stabile da almeno 2 anni, e infine escludere ogni altra patologia a carico dell’occhio. Dopodichè si procederà all’intervento che dura pochi minuti in sala operatoria attrezzata e in pochi giorni potrà riprendere le sue normali attività.


 

 12. Salve! Volevo un’informazione…ultimamente mi sono spuntati in faccia parecchi nei e volevo sapere se con la chirurgia laser si potevano far sparire senza però lasciare cicatrici evidenti.

La chirurgia laser è la terapia di elezione per la asportazione dei nei,anche se non tutti possono essere tolti con il laser e questa scelta dipende dalle dimensioni e dalla rilevatezza dei nei. Naturalmente l’asportazione mediante laser è da consigliare in quanto, proprio per le proprietà specifiche di questo strumento di taglio e coagulo contemporaneo, si può evitare l’applicazione di punti di sutura che potrebbero lasciare dei segni o una piccola cicatrice, che soprattutto sul volto, sarebbe spiacevole. Tuttavia per decidere la miglior tecnica chirurgica è necessario valutare attentamente il paziente.